Uno dei più grandi gap culturali che permane nel mondo fitness è pensare che una postura scorretta, sia solo il risultato di debolezze muscolari che, per quanto vero, non è la sola motivazione.
Alla base, l’atteggiamento posturale scorretto, prima di essere il risultato di carenze muscolari, è percettivo.
Non solo a livello trofico ma anche sociale, e più esattamente nel modo in cui l’uomo si approccia al mondo, di come reagisce vivendo e di come interagisce con esso, porta ad un adattamento strutturale.
Questo preambolo (ed analisi) serve a capire chi abbiamo davanti e come reagirà agli stimoli, nonché all’allenamento.
Luca ha deciso di intraprendere un percorso di cambiamento per migliorare la sua situazione attuale e raggiungere il suo obiettivo.
Abbiamo impostato una doppia split settimanale per 6 settimane, carico complessivo di lavoro 2h, più degli esercizi assegnati a casa da fare nel quotidiano.
Solo da due settimane siamo passati a 3 sessioni, mantenendo la split inalterata.
Il lavoro che stiamo eseguendo non è solo muscolare, “tiro dietro, allungo avanti”.
Il lavoro svolto si basa su:
- propriocezione del corpo nello spazio e nel riconoscimento delle articolazioni e come si muovono.
- ampliamento del bagaglio motorio.
- miglioramento della funzionalità.
- mobilità e range di movimento.
- rinforzo dei muscoli stabilizzatori.
- adeguato stimolo e giusta periodizzazione tra muscoli agonisti e antagonisti, quindi ipertrofia.
Luca, in tutto ciò, ha anche aumentando il peso corporeo di 4 Kg e si presenta ora con una & di BF inferiore, con un condizionamento maggiore.
Ma di questo ne parleremo nel prossimo step, perché ci sarà un Luca 2.0.
Coach Giovanni Caruso