Lo stacco da terra si differenzia tra REGULAR (classico) e SUMO.
La scelta di quale delle due tecniche utilizzare varia in base alle caratteristiche del soggetto.
Cosa cambia nello stacco sumo rispetto allo stacco classico?
Nello stacco sumo:
- I piedi sono molto più larghi ed extraruotati (maggiore è la distanza e maggiore sarà l’extrarotazione)
- Il bilanciere è sopra il centro del piede e volto alla ricerca e il contatto con la tibia in fase di setup. Con una individualità delle anche che determinano la posizione iniziale del soggetto
- La schiena risulta essere “più verticale” con le braccia dritte, alla larghezza delle spalle, che cadono esattamente all’interno delle ginocchia.
L’esercizio sarà personalizzato per modalità e timing di esecuzione in funzione dello scopo e dell’obiettivo.
Proprio in funzione di essi, si può variare:
- L’altezza di partenza del bilanciere, per una eventuale ipomobilità del soggetto
- Il tipo di presa
- Optare per una velocità controllata in salita o una tenuta in fase negativa di discesa
L’approccio di utilizzo quindi cambia a seconda che sia utilizzato come mezzo allenante o come gesto da gara finalizzato a se stesso.
Essendo un movimento multiarticolare complesso e sinergico, con una adeguata, attenta e mirata programmazione, andrà a stimolare non solo quadricipiti, glutei, bicipiti femorali e adduttori. Ma, anche schiena, paravertebrali, erettori spinali, core, spalle, etc.
A maggior ragione se tutti questi distretti effettueranno prima dello stacco una loro pre-attivazione specifica.
Per chi non ha una gran mobilità di anche, si consiglia il semi-sumo. Che consiste in una stance dei piedi più stretta del sumo, ma più larga del regular. Questo garantisce comunque uno stimolo muscolare importante per gli stessi distretti.